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Il New York Times intenta una causa contro OpenAI: un possibile punto di svolta per i problemi di copyright dell'IA?

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Summary:
L'affermato gigante dei media The New York Times (NYT) ha intentato una causa contro OpenAI, accusando quest'ultima di violazione del copyright. Il NYT sostiene che OpenAI ha utilizzato illegalmente i suoi contenuti per addestrare i suoi chatbot AI, causando danni al rapporto della società di media con i suoi lettori e influenzando i suoi flussi di entrate. La causa è stata intentata sfruttando la Costituzione degli Stati Uniti e il Copyright Act per salvaguardare il giornalismo originale del NYT. Questo caso ha potenziali conseguenze per le future normative sull'IA e sul copyright. Nel frattempo, OpenAI ha espresso la sua disponibilità a coprire le spese legali degli utenti che potrebbero trovarsi in un conflitto legale legato al copyright.
È emersa una nuova causa che prende di mira la sfera dell'intelligenza artificiale (AI) per violazione del copyright, guidata questa volta dall'affermata società di media The New York Times (NYT). La causa, depositata il 27 dicembre, accusa OpenAI, i creatori di ChatGPT, per l'uso non autorizzato dei suoi contenuti nell'addestramento dei chatbot AI, che a sua volta ha un impatto sulla funzionalità del NYT. La causa sfrutta la Costituzione degli Stati Uniti e il Copyright Act per salvaguardare il giornalismo originale del NYT. Insinua che l'intelligenza artificiale di Bing di Microsoft generi estratti diretti dal suo contenuto. La causa sostiene: "Senza permesso o autorizzazione, gli strumenti degli imputati si deteriorano e danneggiano il rapporto del Times con i suoi lettori e privano il Times dei suoi abbonamenti, licenze, pubblicità e guadagni di affiliazione". Il NYT non è l'unica entità mediatica che solleva preoccupazioni sui chatbot AI. A novembre, la News Media Alliance ha anche espresso accuse secondo cui i chatbot AI stanno duplicando illecitamente notizie protette da copyright e gli sviluppatori stanno rubando entrate, dati e utenti alle entità giornalistiche. Cecilia Ziniti, avvocato specializzato in proprietà intellettuale (IP) e IA, ha riconosciuto sui social media che questo contenzioso è il "caso più forte finora" sostenendo che l'IA generativa si sta impegnando in una violazione del copyright. Nel suo post, Ziniti ha enfatizzato un argomento critico nel caso del NYT, ovvero che il sito web "www.nytimes.com" è la fonte proprietaria più citata, dietro solo a Wikipedia e a un database di documenti di brevetto statunitensi. La causa cita casi in cui ci sono lievissime differenze – semplici parole – tra il contenuto originale del NYT e l'output di GPT-4. Secondo la denuncia presentata, il NYT ha contattato Microsoft e OpenAI nell'aprile 2023 per affrontare i problemi di proprietà intellettuale e negoziare una soluzione pacifica, ma i loro sforzi sono stati infruttuosi. Ziniti ha spiegato di essere stata abbonata a pagamento agli archivi del NYT e del NYT Food per un decennio e se ChatGPT offrisse gratuitamente questi articoli e ricette complete, "smetterei di abbonarmi al NYT". Crede che questo caso potrebbe fungere da punto di svolta per le normative sull'intelligenza artificiale e sul copyright. Contemporaneamente, è stato avviato un thread di discussione su questo contenzioso sul forum degli sviluppatori OpenAI, dove le risposte sono state varie. Alcuni utenti hanno mostrato supporto per OpenAI e speravano che il NYT non vincesse, mentre altri hanno descritto la situazione come interessante e hanno affermato che valeva la pena perseguirla per il Times. OpenAI non è l'unico destinatario di tali cause. A settembre, anche The Author's Guild, una corporazione statunitense di autori, ha avviato un'azione legale collettiva contro OpenAI, sostenendo la violazione del copyright relativa all'addestramento dei loro modelli di intelligenza artificiale. Universal Music Group ha intentato una causa simile contro Anthropic AI a ottobre, sostenendo la violazione del copyright su "un ampio pool di opere protette da copyright, inclusi i testi di innumerevoli composizioni musicali" che erano di proprietà o controllate dagli editori. Midjourney, DeviantArt e Stability AI sono altre tre aziende che stanno affrontando una causa intentata da un gruppo crescente di artisti per l'uso dell'arte per addestrare i modelli di intelligenza artificiale per la generazione di immagini. Il caso è stato inizialmente respinto da un giudice statunitense a causa di prove insufficienti, ma è stato successivamente riaperto e rivisto con accuse più dettagliate. OpenAI ha espresso la sua disponibilità ad assumersi eventuali spese legali che gli utenti di ChatGPT di livello business potrebbero dover affrontare quando sono coinvolti in una battaglia legale relativa alla violazione del copyright.

Published At

12/28/2023 12:29:53 PM

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